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Riscossione coattiva: che cos'è e come funziona?

La riscossione coattiva è un procedimento attraverso il quale un ente pubblico, ad esempio l'Agenzia delle Entrate può agire per recuperare i crediti nei confronti di un contribuente che non ha ottemperato agli obblighi fiscali di varia natura, come il pagamento di imposte, tasse o multe.

Cosa si intende per riscossione coattiva?

La procedura di riscossione coattiva può includere una serie di azioni legali. Tra queste, ad esempio la notifica di avvisi di pagamento, l'iscrizione a ruolo di cartelle esattoriali, l'iscrizione di ipoteche sulle proprietà del debitore, la procedura di vendita forzata dei beni pignorati, fino ad arrivare alla possibile azione di espropriazione dei beni del debitore.

In sostanza, la riscossione coattiva rappresenta l'ultima fase di un processo amministrativo che ha lo scopo di recuperare i crediti pubblici non pagati volontariamente dal contribuente. Vediamo nel dettaglio le fasi di questo processo.

Come avviene la riscossione coattiva?

La riscossione coattiva avviene attraverso un procedimento amministrativo. Per questo motivo, segue una serie di passaggi stabiliti dalla Legge. Questi sono i principali passaggi del procedimento di riscossione coattiva:

  1. Notifica dell'avviso di pagamento: il creditore notifica al debitore l'avviso di pagamento, richiedendo il pagamento del debito entro un termine stabilito.
  2. Iscrizione a ruolo della cartella di pagamento: se il debitore non paga entro il termine stabilito, il creditore iscrive a ruolo sia la cartella di pagamento che la notifica al debitore.
  3. Notifica della cartella di pagamento: il debitore riceve la notifica della cartella di pagamento, dove è riportato l’importo totale del debito non saldato e le relative sanzioni.
  4. Pignoramento: se il debitore non paga entro il termine stabilito nella cartella di pagamento, il creditore può procedere al pignoramento dei beni del debitore.
  5. Vendita all'asta dei beni pignorati: il creditore può procedere con la vendita all'asta dei beni pignorati per recuperare il debito.
  6. Espropriazione: in casi estremi, il creditore può procedere con l’espropriazione forzata dei beni dei debitori.

Recupero attivo del credito

Il recupero attivo del credito è un processo utilizzato dalle aziende per riscuotere i pagamenti in ritardo o non effettuati dai propri clienti. Invece di affidarsi a un'agenzia di recupero crediti esterna, le aziende possono gestire internamente il recupero attivo del credito attraverso una serie di azioni.

Il processo di recupero attivo del credito può includere contatti telefonici, email, lettere e altri mezzi di comunicazione per sollecitare i pagamenti in sospeso. In alcuni casi, è possibile procedere con un accordo di rateizzazione o negoziazione di piani di pagamento alternativi per aiutare le persone insolventi a saldare i debiti in modo più agevole. In questa fase, è fondamentale rivolgersi ad un esperto per una consulenza, per evitare di aggravare ulteriormente la propria situazione economica.

Il recupero attivo del credito può essere un'importante fonte di liquidità per le aziende e può aiutare a garantire la continuità delle attività aziendali. Tuttavia, è importante che il processo di recupero del credito sia condotto in modo responsabile ed etico, senza violare le leggi o il codice etico garantendo ai debitori un minimo vitale per poter condurre una vita dignitosa.

Limiti della riscossione coattiva: quali sono?

La riscossione coattiva ha alcuni limiti e restrizioni nella sua applicazione. Ecco alcuni dei limiti più comunemente riscontrati nella riscossione coattiva:

  1. Prescrizione del debito: il debito può essere considerato prescritto dopo un determinato periodo di tempo. Se il debito è prescritto, la riscossione coattiva non può più essere esercitata.
  2. Beni non pignorabili: in alcuni casi, i beni dei debitori non possono essere pignorati o sequestrati, in quanto beni di prima necessità.
  3. Limiti alle rate: ci sono limiti alle rate che possono essere trattenute dalla busta paga o dal conto bancario di un debitore, al fine di evitare che il debitore venga privato di una quantità eccessiva di denaro.
  4. Protezione dei consumatori: esistono sono leggi specifiche che proteggono i consumatori da pratiche di riscossione abusive o sleali
  5. Restrizioni alla riscossione internazionale: la riscossione coattiva può essere più difficile quando il debitore si trova in un paese diverso da quello in cui si è svolta l'azione legale. In questi casi, possono essere necessarie azioni legali internazionali o l'assistenza di organismi internazionali per il recupero del debito.

È importante sottolineare che la riscossione coattiva deve essere effettuata rispettando le Leggi e i diritti dei debitori, al fine di evitare abusi e discriminazioni nei confronti del debitore. Per questo motivo, è sempre fondamentale rivolgersi ad esperti, come i professionisti di Debit Consulting, in questo settore.

Riscossione coattiva dei tributi locali

La riscossione coattiva dei tributi locali è un processo che viene attivato dalle autorità fiscali locali, come ad esempio comuni e province, al fine di recuperare i contributi non pagati.

Questa procedura viene avviata dopo che il contribuente ha ricevuto più di una notifica di pagamento e non ha comunque saldato il debito.

In ogni caso, la riscossione coattiva dei tributi locali deve essere sempre effettuata nel rispetto delle leggi e delle norme vigenti. Inoltre, i contribuenti hanno sempre diritto a difendersi e a contestare le eventuali irregolarità o illegittimità che dovessero riscontrare.

Non ho pagato una cartella esattoriale: rischio la riscossione?

La procedura di riscossione coattiva può essere attivata anche nel caso di mancato pagamento di una cartella esattoriale. Questa procedura prevede l'adozione di misure coercitive, come ad esempio:

  1. L'iscrizione a ruolo del debito: la cartella esattoriale viene iscritta a ruolo presso il tribunale competente, diventando così un titolo esecutivo. Ciò significa che il creditore può avviare procedure di recupero del credito previste dalla Legge.
  2. L'iscrizione ipotecaria: se il contribuente possiede un immobile, l'ente creditore può iscrivere un'ipoteca sul bene per garantire il pagamento del debito.
  3. Il pignoramento: l'ente creditore può procedere al pignoramento dei beni mobili o immobili del contribuente al fine di soddisfare il credito.
  4. La vendita coatta: se i beni pignorati non sono sufficienti per soddisfare il debito, l'ente creditore può procedere alla vendita forzata dei beni pignorati.

Inoltre, il mancato pagamento della cartella esattoriale può comportare l'iscrizione del contribuente nell’elenco dei cattivi pagatori, con conseguenze negative a lungo termine sulla sua reputazione creditizia.

In sintesi, non pagare una cartella esattoriale può portare a gravi conseguenze economiche e legali, e quindi è importante evitare di trovarsi in questa situazione cercando di pagare i propri debiti nei tempi previsti quando possibile. In caso contrario, è possibile proporre un accordo di saldo stralcio al creditore che soddisfi entrambe le parti. 

 

Speriamo di aver fornito le informazioni necessarie sulla procedura di riscossione attiva. Se hai problemi con il pagamento di imposte di diversa natura, richiedi ora un confronto con uno dei nostri consulenti potete rivolgervi all'indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure telefonare allo 0444/1620697 oppure richiedere una consulenza gratuita.

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