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Pignoramento stipendio 2023: ecco come tutelarsi

Previsto dall’articolo 543 del Codice di Procedura Civile, il pignoramento stipendio rientra nei provvedimenti esecutivi di cui ci si può avvalere per recuperare un credito nei confronti di un debitore. Ci sono, però, dei limiti a cui questa procedura deve sottostare, col fine di non inficiare troppo sul debitore.

Uno strumento per il recupero crediti

Il pignoramento dello stipendio è uno degli strumenti che il legislatore pone a disposizione del creditore per soddisfare le proprie pretese nei confronti del debitore. Rientra nella casistica del pignoramento presso terzi, in quanto ha per oggetto beni del debitore (in questo caso lo stipendio), che sono nella disponibilità appunto di terzi, ovvero entità come banca, ufficio postale o il datore di lavoro. Previsto dall’articolo 543 del Codice di Procedura Civile, è la misura migliore da adottare, data la sua immediatezza, nel caso in cui sia necessaria una procedura di recupero crediti. Per poter procedere, è necessario disporre di un titolo esecutivo, come ad esempio un decreto ingiuntivo. La legge tuttavia regola la procedura di pignoramento, col fine di assicurare la sostenibilità della vita del debitore, come abbiamo detto sopra.

La procedura

Il pignoramento dello stipendio segue una serie di passaggi formali. Come già detto, il creditore deve essere in possesso di un titolo esecutivo valido per poter procedere. Serve, dunque, un atto giudiziario, come una sentenza o un decreto ingiuntivo che accerti la situazione di debito nei confronti del soggetto creditore. Il primo passaggio è costituito dall’atto di pignoramento; questo sarà consegnato all’ufficiale giudiziario del tribunale di competenza dal legale del creditore. L’atto verrà poi notificato al debitore e al suo datore di lavoro o istituto di credito, in base alla scelta del creditore. Entro 10 giorni, datore di lavoro o istituto di credito devono comunicare tramite PEC o raccomandata a/r l’importo dello stipendio del dipendente debitore. Il pignoramento può avvenire in due momenti:

  1. Può essere in un momento antecedente al versamento dello stipendio del dipendente, noto come accredito. Così facendo l’atto dovrà essere notificato sia al debitore sia al suo datore di lavoro, che provvederà alla trattenuta e accrediterà al dipendente, alla fine del mese, la retribuzione che gli spetta al netto dell’importo pignorato dal creditore.
  2. Il pignoramento può avvenire anche dopo l’accredito dello stipendio. In questo caso, l’atto andrà notificato all’istituto di credito (banca/posta), oltre che al debitore.

I limiti della procedura

Lo stipendio, come già detto, può essere pignorato nei limiti stabiliti dalla legge. Il minimo vitale per poter condurre una vita dignitosa è in ogni caso garantito dal debitore. Questo vuol dire che quindi esiste un limite oltre il quale il pignoramento dello stipendio non è consentito. Precisamente:

La legge stabilisce, dunque, che lo stipendio non può essere pignorato oltre il limite di 1/5. Questo calcolo deve essere effettuato sull’importo netto e non su quello lordo.”

Esistono, tuttavia, delle eccezioni in cui la percentuale del pignoramento dello stipendio può essere superiore al 20%. Sale, infatti, al 30% nel caso in cui il pignoramento derivi da crediti di natura alimentare, come ad esempio gli alimenti destinati ai figli. Se, invece, il creditore è l’Agenzia delle Entrate Riscossione, il pignoramento dello stipendio è soggetto ad una limitazione differente. Ecco come si calcola la quota pignorabile dello stipendio:

  • 1/10 dello stipendio se l’importo non supera i 2.500€
  • 1/7 dello stipendio se l’importo non supera i 5.000€
  • 1/5 dello stipendio se l’importo è superiore ai 5.000€.

Il trattamento di fine rapporto/servizio (TFR o TFS per gli statali) è sottoposto agli stessi limiti. Per cui se un creditore pignora lo stipendio e sono versate al dipendente quote del TFR queste verranno pignorate per la stessa percentuale dello stipendio stesso.

Possono essere notificati più pignoramenti nello stesso momento?

La risposta è sì. Nel caso in cui vengano notificati più pignoramenti contemporaneamente si procederà saldando il credito in maniera progressiva. Questo significa che il secondo creditore riceverà quello che gli spetta solamente una volta che verrà saldato il credito del primo debitore che ha notificato un pignoramento al debitore. Il limite del 20% dello stipendio può essere superato, come abbiamo visto, solamente se i crediti richiesti dai diversi creditore sono di natura differente tra loro. In ogni caso, al debitore deve essere garantita almeno la metà dello stipendio, per permettergli di vivere comunque una vita dignitosa.

Debiti tra privati

Se il pignoramento avviene nell’ambito di debiti tra privati, la regolamentazione in merito è differente, rispetto a  questioni che riguardano enti pubblici come ad esempio le cartelle esattoriali notificate dall’Agenzia delle Entrate. Nell’ambito privato, le limitazioni relative al trattenimento di una parte della busta paga variano a seconda del momento in cui viene effettuato il pignoramento e alla tipologia di credito in questione. Se contemporaneamente ci sono più cause creditizie, può essere pignorata fino alla metà della busta paga, comprensiva di straordinari ma al netto di trattenute fiscali e previdenziali.

Allo stesso modo, ci sono indicazioni differenti anche a seconda del fatto che la cifra sia già stata accreditata in banca o meno. Bisogna inoltre considerare l’ammontare dell’assegno sociale erogato dall’Inps (per il 2023 ammonta a 503,27 euro).

In particolare:

  • se la cifra è già stata depositata in banca: è possibile prelevare l’importo eccedente il triplo dell’assegno sociale.
  • se si tratta di somme non ancora accreditate: è possibile trattenere un quinto dello stipendio, o quanto concesso dal giudice se si tratta di crediti alimentari. Se c’è un concorso tra cause creditorie si può pignorare fino alla metà.

Pignoramento fatto dall’Agente della Riscossione

Quando i debiti fanno riferimento a cartelle esattoriali già notificate (ma non ancora pagate), le limitazioni sono ancora più ristrette. Se il soggetto che agisce è quindi l’Agenzia Entrate Riscossione, il pignoramento dello stipendio avviene in base al valore della busta paga, in particolare:

  • fino a 2.500 euro: un decimo
  • fino a 5.000 euro: un settimo
  • oltre 5.000 euro: un quinto​

Come mi posso tutelare dal pignoramento?

Tuttavia, un debitore può tutelare dal pignoramento sia la sua figura che il suo stipendio. Vediamo come comportarsi in tale situazione.

Esistono due tipi di opposizione che il debitore può effettuare nei confronti del pignoramento stipendio: 

  • Opposizione all’esecuzione, con cui il debitore contesta il diritto del creditore a procedere al pignoramento stipendio.
  • Opposizione agli atti esecutivi, che il debitore può effettuare quando ritiene vi sia stata qualche irregolarità a livello della procedura di pignoramento, ad esempio, non è avvenuta la notifica.

Inoltre, la Legge consente al debitore di bloccare il pignoramento dello stipendio attivando la procedura indicata dall’articolo 494 del Codice di procedura civile. Il debitore può infatti pagare nelle mani dell’ufficiale giudiziario la somma per cui è stata avviata la procedura di pignoramento stipendio e le relative spese. Così facendo, per mezzo di un pagamento tardivo, il debitore ottiene il blocco del pignoramento. Può anche accadere, come abbiamo visto, che la quota pignorata dallo stipendio sia superiore a quella del credito dovuto al creditore sommato alle spese. In questo caso, l’articolo 496 del Codice di Procedura civile, permette al debitore di ottenere la riduzione del pignoramento dello stipendio, cioè una riduzione dell’importo pignorato. In ogni caso, la soluzione migliore a cui può ricorrere il debitore per evitare che gli venga pignorato lo stipendio, è il saldo e stralcio.

Il Saldo e stralcio è un accordo tra debitore e creditore con cui il debitore offre il pagamento immediato di una somma inferiore rispetto al debito originario. Se la proposta viene accettata, il debitore:

  • Evita il pignoramento stipendio
  • Ottiene l’estinzione del proprio debito (grazie alla Rinuncia agli atti)
  • Può ottenere la Cancellazione dal CRIF o da qualsiasi banca dati in cui sia stato segnalato come cattivo pagatore. 

Se siete vittima del pignoramento stipendio, speriamo che questi articoli vi aiuti a capire meglio come potervi tutelare. Per qualsiasi altro dubbio, potete contattarci per prenotare una consulenza gratuita.

Comments (11)

  • mattia

    • 07 Settembre 2023 at 14:41
    • #

    buongiorno ,
    ho avuto una procedura di pignoramneto sia sullo stipendio e sia in banca ,in pratica mi tengono un settimo della busta paga e una settimo se la tiene la banca , questa cosa si puo fare?

    reply

  • Roberto pasquali

    • 07 Settembre 2023 at 17:03
    • #

    Come poso tirare via 2 pignoramenti in busta

    reply

  • Agron

    • 07 Settembre 2023 at 18:22
    • #

    Voglio prendere uno prestito come faccio ?!

    reply

  • Maurizio

    • 03 Ottobre 2023 at 20:54
    • #

    Buonasera come posso fare togliere più pignoramenti in busta paga ne ho 4 grazie

    reply

  • salvatore

    • 06 Novembre 2023 at 13:31
    • #

    Ho ricevuto un decreto ingiuntivo
    Prendo 1500 euro di stipendio ma pago 550 di affitto e ho anche 2 finanziamenti uno di 300 euro e uno di 205 , cosa possono pignorarmi?

    reply

  • Malik

    • 06 Novembre 2023 at 19:28
    • #

    Agienzia delle entrate mi ha messo pignioramento su conto
    Io non ho lavoro cosa devo fare per togliere

    reply

  • post441106

    • 08 Febbraio 2024 at 22:01
    • #

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