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Ingiunzione di pagamento ridotta del 48%: ecco come C. ha estinto il suo debito

Un lavoratore autonomo e un’ingiunzione di pagamento di oltre 10.000 euro con Banca Ifis: oggi vogliamo presentarvi la storia di C., che grazie a noi e alla nostra esperienza nel settore è riuscito a dimezzare il suo debito e uscire da una situazione economica difficile.

Che cos’è e come funziona l’ingiunzione?

L’ingiunzione di pagamento, nota anche come decreto ingiuntivo o provvedimento monitorio, è una disposizione attraverso la quale il Tribunale, su richiesta di un creditore certificato, ingiunge al debitore il pagamento di una certa somma, entro il termine di quaranta giorni dalla notifica.

In questi quaranta giorni, il debitore potrà decidere di proporre l’opposizione; in caso contrario si procederà con l’esecuzione forzata, quindi a provvedimenti come il pignoramento di beni mobili o immobili.

C’è da dire che questa procedura monitoria è piuttosto lunga e costosa, il più delle volte si traduce in un buco nell’acqua per il creditore che decidere di intraprendere questa via legale. Tra le varie, vanno considerate anche le spese necessarie per sostenere questa azione giudiziaria.

Notificare il decreto ingiuntivo al debitore è il primo passo per avviare questa attività, però questo non esclude la possibilità di trovare un accordo tra creditore e debitore al fine di estinguere il debito. Spesso la soluzione transattiva migliore consiste nel saldo e stralcio, un accordo tra le due parti. 

Solitamente il creditore, che sia una banca come nel caso di C. oppure un privato, preferisce riscuotere immediatamente o comunque entro breve tempo, una parte del credito dovuto evitando così le lunghe tempistiche tipiche dei processi esecutivi e il dover sostenere ulteriori spese per recuperare tale cifra.

Allo stesso tempo il debitore potrà chiudere la sua situazione debitoria, riuscendo ad ottenere un’importante riduzione sulla somma residua che deve al creditore, chiudendo così in maniera definitiva il debito. 

C., un lavoratore romano di 33 anni, si è rivolto a noi per un decreto ingiuntivo notificatogli da Banca Ifis per 10.500,00 euro. Grazie all’accordo di saldo e stralcio, il debito è stato definito a 5.500,00 euro, con un risparmio quindi del 48%.

Il pagamento a saldo e stralcio solitamente viene definito in un’unica rata, ma il più delle volte è possibile raggiungere un accordo per definire la rateizzazione di tale cifra, nel caso in cui anche dopo lo stralcio si tratti di una cifra consistente per il debitore. Il pagamento a rate deve rispondere quindi alle esigenze e alle disponibilità economiche del debitore, ma allo stesso tempo devono assicurare che la transazione venga conclusa correttamente.

Quindi come mi devo comportare davanti ad un decreto ingiuntivo?

Nel caso in cui doveste ritrovarvi davanti ad una notifica di decreto ingiuntivo, è bene valutare tutte le opzioni disponibili al fine di porre opposizione.

L’opposizione non deve essere presentata col solo fine di prendere tempo e allungare le tempistiche della procedura. Nel caso in cui il giudice la ritenga infondata, potrebbe dichiarare decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo e autorizzare direttamente il creditore al pignoramento dei beni durante la causa stessa, e non è di certo questo l’obiettivo a cui aspirare.

Il rischio in questo caso è quello di dover pagare al creditore spese processuali e risarcimento del danno per lite temeraria; il giudice ha il diritto di infliggerla a chi intenta una causa senza averne i presupposti.

Il primo passo quindi da fare, una volta ricevuta la notifica, è rivolgersi ad un esperto in consulenza debiti affinché possa verificare innanzitutto la regolarità dell’atto giudiziario, e quindi definire le mosse seguenti migliori per il debitore. Si procederà poi con la verifica della regolarità del credito. Solitamente, nel caso di finanziamenti, vengono analizzati anche gli interessi, per evitare che il creditore abbia ingigantito la somma che gli spetta.

Nel caso in cui il debito sia vecchio invece?

Molto spesso capita che questi provvedimenti monitori riguardino dei pagamenti relativi a molti anni prima che non sono mai stati saldati per intero. In questa situazione, la prima cosa da fare è verificare se è avvenuta la prescrizione del diritto di credito. La prescrizione prevede che, se il creditore non esercita il suo diritto una determinata tempistica, il suo diritto cessa di esistere. La prescrizione è diversa a seconda del tipo di credito, nello specifico:

  • 10 anni per i contratti;
  • 5 anni per le obbligazioni da pagare periodicamente;
  • 1 anno per le agenzie immobiliari;
  • 3 anni per le fatture dei professionisti;

Per capire se il debito è prescritto vanno calcolati i termini rispetto all’ultima raccomandata A.R. ricevuta con il relativo sollecito di pagamento. Le lettere “classiche” e le telefonate non vengono considerate poiché non garantiscono che la notifica sia stata ricevuta. Le diffide che contengono l’avviso di ricevimento, tra cui ad esempio anche la PEC, interrompono il termine di prescrizione e lo fanno decorrere dall’inizio.

Come mi devo comportare se non posso fare opposizione?

Come abbiamo detto, presentare opposizione non deve essere un mero tentativo per cercare di allungare le tempistiche giuridiche poiché, se non si hanno i requisiti necessari, la cosa può ritorcersi contro il debitore.

Nel caso in cui non sia possibile cercare di opporsi all’ingiunzione di pagamento, la soluzione migliore è quindi quella di trovare un accordo con il creditore, come ad esempio nella storia che abbiamo raccontato, il saldo e stralcio

In questi casi quindi il debitore andrà incontro al creditore rinunciando alla procedura di opposizione, in cambio di una riduzione o rateizzazione della cifra da pagare. Nel caso in cui il debitore non abbia beni intestati è più semplice, poiché il creditore sa che difficilmente altrimenti riuscirebbe a recuperare il denaro che gli spetta. Allo stesso tempo però, quando si è titolari di un reddito, il creditore può ricorrere al pignoramento dello stipendio.

Nella maggior parte dei casi, un accordo come il saldo e stralcio viene accettato dal creditore. Questo perché, come abbiamo detto, è preferibile riscuotere subito una parte, seppur ridotta, del debito piuttosto che allungare ulteriormente le tempistiche della procedura.

 

Se avete ricevuto una notifica di provvedimento monitorio come C., vi invitiamo a mettervi in contatto con noi, chiedendo un confronto gratuito con uno dei nostri consulenti. Per avere maggiori informazioni potete rivolgervi all'indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure telefonare allo 0444/1620697 oppure richiedere una consulenza gratuita.

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