Un nuovo patto di stabilità in Europa è stato proposto dalla Commissione Europea in questi giorni a Bruxelles. Deficit vincolati al 3% e al 60% per il debito pubblico sul PIL vengono confermati. Per quanto riguarda i piani di rientro, sono state proposte nuove misure meno rigide. Vediamo più nel dettaglio quali temi sono stati tratti in materia.
Il 26 aprile è stata presentata la nuova proposta del patto di stabilità europeo. L’obiettivo è quello di creare un nuovo disegno per il trattato di Maastricht. Questo piano era stato messo in pausa durante gli anni di pandemia. Per i Paesi con un alto debito (come ad esempio l’Italia) sono state previste misure specifiche. Il piano della Commissione prevede quanto segue. Ovvero che “il debito sia orientato verso un percorso di riduzione plausibile o rimanga a livelli prudenti, e che il disavanzo resti o sia portato e mantenuto al di sotto del 3% del PIL a medio termine”.
Facciamo un passo indietro. Il patto di stabilità, noto anche come Stability and Growth Pact, è un accordo stipulato tra Paesi membri dell’Unione Europea. Attorno a questo ruota tutta la politica di bilancio comunitaria. La sua funzione è quella di evitare lo scontro di politiche di bilancio differenti tra loro e per questo potenzialmente problematiche. Agisce così tramite l’introduzione di norme. Il patto di stabilità è un accordo sviluppato per prevenire eventuali squilibri interni alla comunità europea. Questi ultimi potrebbero mettere a repentaglio l’intera tenuta comunitaria. Le norme proteggono le economie più deboli, senza però interferire con le più stabili.
La Commissione Europea ha presentato ieri alcune proposte legislative per mettere in atto la riforma delle regole di governance economica dell'UE. Stando ad una nota della Commissione, lo scopo di queste nuove proposte è il seguente:
“Rafforzare la sostenibilità del debito pubblico e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva in tutti gli Stati membri attraverso le riforme e gli investimenti”.
Queste proposte mirano a colmare le lacune attuali. Tenendo conto, allo stesso tempo, della grande “necessità di ridurre i livelli di debito pubblico, notevolmente cresciuti” e “si basano sugli insegnamenti tratti dalla risposta politica dell'UE alla crisi COVID-19 e preparano l'UE alle sfide future sostenendo i progressi verso un'economia verde, digitale, inclusiva e resiliente e rendendola più competitiva”.
Le nuove misure proposte perseguono quindi degli obiettivi primari. Nel dettaglio:
A grandi linee, questo è il contenuto della nota di Commissione. Così è stata illustrata la proposta. Questa ora dovrà passare il vaglio del Parlamento e del Consiglio Europeo. Qui siedono i capi di Stato e di Governo dei 27 Paesi dell’Unione.
Sono 27 attualmente gli Stati membri dell’Unione Europea. Ognuno di questi ha situazioni di bilancio e prospettive economiche estremamente differenti. Di conseguenza, un approccio unificato non potrà mai essere valido. Con la nuova proposta si delinea un un quadro di sorveglianza più basato sul rischio. Mette al centro la tollerabilità del debito pubblico. Inoltre, promuove una crescita sostenibile e inclusiva. I piani degli Stati membri quindi definiranno i rispettivi percorsi di aggiustamento di bilancio. Dovranno essere formulati in termini di obiettivi di spesa pluriennali. Questo è l'unico indicatore operativo per la sorveglianza. Ne consegue una semplificazione delle regole di bilancio.
La Commissione pubblicherà una traiettoria tecnica specifica per ogni Paese che abbia:
oppure
Questa traiettoria garantisce che il debito vada verso un percorso di riduzione. Altrimenti, che perlomeno rimanga ad un livello prudente. L’obiettivo è che il disavanzo resti o sia portato e mantenuto al di sotto del 3% del PIL a medio termine.
In caso di valori inferiori invece? Agli Stati membri con un disavanzo pubblico inferiore al 3% del PIL e un debito pubblico inferiore al 60% del PIL la Commissione fornirà informazioni tecniche volte a garantire che il disavanzo pubblico resti al di sotto del valore di riferimento del 3% del PIL.
La Commissione applicherà garanzie comuni. Questo per garantire la sostenibilità del debito. I valori di riferimento del 3% e del 60% del PIL per il disavanzo e il debito non subiranno variazioni. Il rapporto debito pubblico/PIL alla fine del periodo coperto dal piano dovrà essere inferiore rispetto a quello registrato all'inizio dello stesso periodo. Fino a quando il disavanzo rimarrà al di sopra del 3% del PIL dovrà essere attuato un aggiustamento di bilancio minimo dello 0,5% del PIL all'anno come parametro di riferimento.
Trattiamo ora le clausole di salvaguardia generale e specifica. Questa devono evitare deviazioni dagli obiettivi di spesa. Nel dettaglio:
Il Consiglio, sulla base di una raccomandazione della Commissione, deciderà in merito all'attivazione e alla disattivazione di queste clausole.
Investimenti pubblici ingenti, e soprattutto duraturi, saranno fondamentali nei prossimi anni. I progetti che necessitano di fondi sono già numerosi. Come ad esempio:
Questa interazione sta già mostrando i primi frutti. Ad esempio, nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza di Next Generation EU.
Pertanto, le nuove proposte sostengono gli Stati membri nell’attuazione di importanti misure di riforme e investimento. Di conseguenza, gli Stati membri godranno di un percorso di bilancio più graduale. Ovviamente, questo rimane valido, se dai loro piani traspare l’impegno nella realizzazione e attuazione di riforme e investimenti conformi ai criteri.
Le proposte fatte conferiscono agli Stati un controllo maggiore sull'elaborazione dei loro piani a medio termine. Ne consegue però l’introduzione di un regime di applicazione più rigoroso. Il motivo?
Avere la certezza che gli Stati membri rispettino gli impegni assunti nei loro piani strutturali di bilancio. Se gli impegni non vengono rispettati invece? Il mancato rispetto degli impegni in materia di riforme e investimenti che giustificano un prolungamento del periodo di aggiustamento di bilancio potrebbe comportare una riduzione di tale periodo.
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