TAEG è l'acronimo di Tasso Annuo Effettivo Globale. Si tratta di un indicatore finanziario che rappresenta il costo totale di un prestito o di un finanziamento, espresso in forma percentuale annua. Esso include non solo il tasso d'interesse nominale applicato al prestito, ma anche tutte le spese accessorie e le commissioni associate all'operazione finanziaria. Analizziamo più nel dettaglio.
In altre parole, il TAEG fornisce una stima più accurata del costo complessivo del finanziamento rispetto al semplice tasso d'interesse nominale. Questo perché tiene conto di tutti i costi aggiuntivi che possono essere addebitati al richiedente. Questi costi possono includere spese di apertura pratica, assicurazioni obbligatorie, commissioni di gestione, spese di incasso e altre spese accessorie. Il TAEG è uno strumento utile per confrontare diverse offerte di prestito o finanziamento in quanto permette di valutare il costo reale delle diverse opzioni. Per comprendere meglio, un TAEG più basso indica un costo complessivo inferiore per il prestito. Rende più semplice l'analisi delle offerte e la scelta dell'opzione più conveniente.
Il TAEG indica il Tasso di interesse annuo, effettivo e globale. Nel dettaglio, ecco il significato di questi tre termini:
Il TAN, acronimo di Tasso Annuo Nominale, è un altro indicatore finanziario. Questo rappresenta il tasso d'interesse base di un prestito o di un finanziamento, espresso in forma percentuale annuale. A differenza del TAEG, il TAN non tiene conto di spese accessorie, commissioni o altre spese legate all'operazione finanziaria.
In sostanza, il TAN rappresenta il solo tasso di interesse che viene applicato al capitale preso in prestito. Questo significa che non include altri costi che potrebbero essere associati al prestito, come ad esempio le spese di apertura pratica, le commissioni di gestione, le assicurazioni obbligatorie e così via.
Sebbene il TAN sia un indicatore importante per comprendere il costo degli interessi del prestito, è importante considerare anche il TAEG per avere una visione più completa del costo complessivo del finanziamento. Questo perché, come abbiamo visto, include sia il tasso d'interesse che le spese accessorie.
Il TAEG, dunque, è un elemento importantissimo del prodotto finanziario in quanto indica quanto costa complessivamente; quanto il consumatore/cliente deve pagare per avere quel denaro in prestito. L’obbligo di trasparenza, infatti, si concentra molto sul TAEG e sul TAN (tasso di base di partenza per il calcolo del TAEG) e deve sempre essere indicato nel contratto di prestito.
Il punto di maggior discussione sulla trasparenza del TAEG si è creata sulla sua natura “globale”. A partire dal 2006, la maggior parte delle Finanziarie cominciarono a prevedere dei prodotti annessi ai prestiti. In particolar modo, iniziarono a collaborare con delle Assicurazioni (molto spesso appartenenti al medesimo gruppo societario) con le quali iniziarono a vendere prodotti assicurativi a tutela del prestito.
Molti di questi prodotti assicurativi non erano (e non sono tuttora) obbligatori ma, nella realtà pratica, venivano venduti come obbligatori o intimamente connessi al prestito. Inoltre, non sempre tutelavano il consumatore/cliente, ma, al verificarsi dell’evento assicurato (perdita del lavoro, morte od infortunio del cliente), veniva risarcita direttamente la Finanziaria stessa. Successivamente, poi, l’Assicurazione andava a richiedere la somma versata direttamente al consumatore/cliente.
Ciò creava un effetto assolutamente distorsivo nel mondo dei prodotti finanziari e, in moltissimi casi, i costi interconnessi alle assicurazioni, non venivano considerati nel calcolo del TAEG.
L’impatto è altissimo. Facciamo un esempio prendendo in esame un prodotto che tipicamente ha subito l’applicazione di assicurazioni sostanzialmente obbligatorie: il prestito personale.
Il Cliente Giovanni si reca presso due diverse finanziarie per richiedere un preventivo per un prestito di 20.000,00 euro. La finanziaria Alfa propone a Giovanni prestito in 120 rate con un tasso leggermente sopra alla media e pari all’8% complessivo. Sono previsti, inoltre, 300,00 euro come spese di istruttoria e 700,00 euro come costi di intermediazione. Giovanni, non soddisfatto, si reca dalla finanziaria Beta, la quale propone sempre un prestito a 120 mesi, ma con un tasso molto basso, pari al 5% e con i medesimi costi di istruttoria e di intermediazione.
Nello stesso giorno, però, l’intermediario della finanziaria Beta suggerisce a Giovanni che, considerando i tempi che corrono con le numerose incertezze anche del posto di lavoro e, soprattutto, considerando il tasso di interesse di favore proposto, solitamente la direzione di Beta è disposta a liquidare la somma qualora vi sia anche un prodotto assicurativo a tutela di tutti. L’intermediario aggiunge anche che tali prodotti assicurativi possono essere pagati mese per mese, con lo scorrere delle rate e con una cifra molto bassa che non sentirà nemmeno nel bilancio complessivo.
A questo punto Giovanni si reca dal suo amico Alessandro, esperto contabile, e gli sottopone i due prestiti. Alessandro rileva subito che il prodotto Beta è potenzialmente molto più costoso di quello di Alfa, in quanto, anche se il TAEG dichiarato è inferiore del 3%, alla lunga, il costo dell’assicurazione contribuirà a portare il medesimo TAEG al 9%. In questo esempio, Giovanni non è stato correttamente informato dei costi effettivi del prestito da parte di Beta.
All’inizio, le proteste per questo tipo di comportamento diffuso nel mondo finanziario erano piuttosto timide, ma grazie alla perseveranza di molti consumatori ed associazioni a loro tutela, la questione fu seriamente presa in carico all'Arbitrato Bancario e Finanziario. Quest’ultimo, al verificarsi di specifici requisiti, cominciò a condannare le Finanziarie per la violazione dell’obbligo di trasparenza in quanto non veniva considerato, nel calcolo del TAEG, l’importo dovuto per il prodotto assicurativo.
Nel caso in cui venga accertata la violazione dell’obbligo di trasparenza, troverà applicazione l’art. 125-bis, comma 6 del Testo Unico Bancario. La conseguenza concreta sarà la nullità della clausola relativa applicazione degli interessi ed al loro ricalcolo secondo il tasso nominale minimo dei buoni del tesoro annuali. Perciò, il prodotto finanziario subirà un ricalcolo con applicazione di una nuova rata (più bassa) e la restituzione degli interessi maggiori versati fino a quel momento.
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