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Anatocismo bancario: che cos'è?

L’anatocismo bancario è una pratica in base alla quale gli interessi maturati in un certo periodo concorrono all’aumento del debito complessivo, producendo per il periodo successivo ulteriori (e maggiori!) interessi.Togliendo casi particolari o patologici come la domanda giudiziale, vediamo a grandi linee come funziona.

Quando si verifica l’anatocismo bancario?

In altre parole, l’anatocismo bancario è un concetto finanziario che si riferisce alla pratica di calcolare e accumulare gli interessi su un debito o un prestito non solo sul capitale iniziale (il principale), ma anche sugli interessi maturati precedentemente e non ancora pagati. Si verifica quando gli interessi accumulati su un prestito o un debito vengono aggiunti al saldo debitorio iniziale, e successivamente gli interessi futuri vengono calcolati non solo sul capitale iniziale, ma anche su questi interessi precedentemente accumulati.

Si tratta quindi della capitalizzazione complessa, dove gli interessi calcolati dalla Banca in un certo momento prestabilito, vanno ad allargare il capitale stesso e la base di calcolo degli interessi futuri. Questo istituto, tecnicamente, trova la sua fonte nel Codice Civile, all’art. 1283, il quale recita:

In mancanza di usi contrari, gli interessi scaduti possono produrre interessi solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti almeno per sei mesi.”

Come si calcola l’anatocismo bancario?

Per spiegare come si calcola l’anatocismo bancario, facciamo un esempio. Poniamo di avere un debito di 1000,00 euro con una Banca che dovrò restituire al tasso di interesse del 2%. Viene prevista la capitalizzazione complessa, ovvero l’anatocismo. Alla fine del primo anno, ponendo che non siano previste ancora rate per la restituzione del capitale, bisognerà dare alla Banca ancora i 1000,00 euro di capitale, oltre a 20,00 euro quali applicazione dei tassi di interesse al 2%. Fin qui nessun cambiamento rispetto ad una capitalizzazione semplice, quindi senza anatocismo.

Al termine del secondo anno, tuttavia, grazie alla capitalizzazione complessa, non avrò più un capitale da 1000,00 euro ma da 1020,00 €. Anatocismo, infatti, significa proprio questo: dove gli interessi che non vengono immediatamente pagati, vengono computati al capitale iniziale. Di conseguenza, l’anno successivo non matureranno più 20,00 euro di interessi, ma 20,4 euro (2% di 1020 euro). E così via per gli anni seguenti.

L’esponenziale crescita di capitalizzazione

La differenza può sembrare minima all’inizio, ma non lo è affatto in quanto la capitalizzazione complessa esprime i maggiori costi sul medio-lungo periodo. La crescita della capitalizzazione complessa è, infatti, esponenziale. Di seguito una tabella comparativa, calcolata con i medesimi. Questa è una semplificazione matematica su un importo minimo, con un’applicazione degli interessi annuali, un tasso di interesse molto basso e per un periodo temporale medio.

 

Cap. complessa

 

Cap. semplice

 

Capitale di calcolo (€)

Interessi (€)

Capitale di calcolo (€)

Interessi (€)

1000

20

1000

20

1020

20,4

1000

20

1040,4

20,8

1000

20

1061,2

21,2

1000

20

1082,43

21,6

1000

20

1104,1

22,1

1000

20

1126,2

22,5

1000

20

1148,7

23

1000

20

1171,7

23,4

1000

20

1195,1

23,9

1000

20

Totale (€)

 

Totale (€)

 

1000

218,9

1000

200

L’applicazione degli interessi

Nella realtà dei fatti, tuttavia, l’applicazione degli interessi non è stata quasi mai annuale, ma più spesso mensile o trimestrale. Ciò implica molte più possibilità di capitalizzazione degli interessi e aumento in più maggiore degli oneri che il cliente doveva sostenere per rientrare del prestito.

Inoltre, i tassi di interesse medi per i prodotti finanziari dove è stato possibile applicare anatocismo, come ad esempio fido o carte revolving sono molto più elevati. Ad oggi, si aggirano attorno al 15% annuo.

L’anatocismo bancario, pertanto, è un ulteriore onere che viene applicato da parte delle Banche e dalle Finanziarie e che non è immediatamente percepibile, se non a distanza di molti anni (e proprio quanto la capitalizzazione complessa manifesta maggiormente il suo peso).

Chi si occupa di anatocismo?

Quando si tratta di calcolare l'anatocismo, è di fondamentale importanza rivolgersi a un professionista di fiducia. Solitamente, il calcolo dell'anatocismo bancario è tipicamente affidato a commercialisti o aziende specializzate. Un aspetto cruciale da considerare è che il calcolo dell'anatocismo dovrebbe partire dalla raccolta di tutta la documentazione pertinente e da una valutazione preliminare da parte di un professionista legale riguardo ai criteri da utilizzare nel processo di calcolo stesso

Pertanto, il parere preliminare di un avvocato potrebbe rivelarsi essenziale sia per stabilire l'approccio corretto al calcolo che per determinare se esistono prospettive positive per una causa che giustifichi l'investimento nella valutazione.

Rielaborazione delle transazione contabili

Solo dopo questa fase, è possibile procedere con la rielaborazione delle transazioni contabili (e il conseguente calcolo), avendo chiara la sicurezza del successo potenziale della causa e utilizzando documentazione probante e criteri affidabili per ottenere dati accurati. Questi dati saranno preziosi non solo per guidare la decisione di proseguire, considerando che le cause legali comportano spese, ma anche per essere utilizzati in tribunale, poiché tali informazioni potrebbero essere corroborate da consulenze legali ufficiali o da decisioni giudiziarie.

La nostra raccomandazione è quella di scegliere un commercialista o un'azienda specializzata di fiducia per il calcolo dell'anatocismo, possibilmente in sinergia con il proprio consulente legale, in modo da assicurare un'analisi accurata e un supporto legale solido.

Quali sono le novità in materia?

Vediamo la situazione relativa all’anatocismo bancario oggi. Per farlo, ripercorriamo l’ultimo ventennio insieme. Fino all’anno 2000, il mondo finanziario adotta in maniera sistematica l’anatocismo su tutti i prodotti finanziari ove era possibile applicarlo. Questo avveniva in assenza di specifici accordi con il cliente, ma sulla base di presunti usi bancari.

Nel corso degli anni, si sono cercate numerose strade per arginare il problema o, se non altro, per renderlo più trasparente. Non sempre la cosa è riuscita. Basti pensare, infatti, che tra il 2014 ed il 2016, l’Italia non aveva nemmeno una normativa chiara per la regolamentazione dell’anatocismo bancario.

La situazione odierna

Ad oggi, la situazione sembra migliorata a seguito dell’emanazione della delibera CICR dell’1/10/2016. Attualmente, pertanto, la capitalizzazione periodica è consentita, ma sono presenti specifici limiti che le Banche non possono superare. Nel dettaglio:

  • l’addebito degli interessi non può avvenire con una frequenza più breve di quella annuale e, pertanto, avverrà al 31 dicembre di ogni anno;
  • gli interessi così calcolati diventeranno esigibili solo trascorsi non meno di 60 giorni dalla data di maturazione. Ciò significa che la Banca potrà chiedere gli interessi maturati non prima del 1° marzo dell’anno successivo;
  • è facoltà del cliente scegliere la procedura di escussione degli interessi secondo modalità indicate in delibera CICR.

Attualmente, pertanto, si è raggiunto un discreto equilibrio e trasparenza tra la necessità per i consumatori/clienti nell’essere informati e le esigenze del mondo bancario.

E i rapporti passati?

Esiste, infatti, un’enormità di rapporti nati prima dell’emanazione della Delibera CICR 2016 per i quali è possibile indagare la presenza di anatocismo applicato illegittimamente. In questa sede, ci sembra opportuno fornire un breve riepilogo dei rapporti per i quali è possibile la presenza di questo vizio:

  • rapporti di fido, carte revolving, conto corrente, anticipazione bancaria costituiti prima del primo trimestre 2000;
  • tutti i rapporti sorti in qualunque data antecedente al 1/01/2014 per i quali manca la clausola di reciprocità di capitalizzazione e/o forma scritta e/o approvazione esplicita delle parti in riferimento al periodo che va dal 01/01/2000 al 31/12/2013;
  • tutti i rapporti che hanno avuto operatività tra il 01/01/2014 e il 31/12/2016.

Concludiamo dicendo che non è semplice individuare l’applicazione di anatocismo illegittimo da parte della Banca. Possono esserci alcuni indizi come il periodo in cui è stato aperto il rapporto od un apparente costo elevato del servizio, ma sarà sempre necessario sottoporre la questione all’attenzione di un esperto.

Per avere maggiori informazioni potete rivolgervi all'indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure telefonare allo 0444/1620697 oppure richiedere una consulenza gratuita.

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